Archive for aprile, 2015

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Roma, approvata mozione per la promozione dell’agricoltura sociale

A Roma l’Assemblea Capitolina ha approvato ieri una mozione, presentata da Maria Gemma Azuni di SEL, per la promozione di progetti di agricoltura sociale.
Con la mozione, l’amministrazione si impegna a predisporre una mappa dei percorsi partecipativi “dal basso”, in cui si integrano obiettivi di sviluppo sostenibile, inclusione sociale, tutela e valorizzazione delle risorse agricole e paesaggistiche, rigenerazione urbana, riconversione ecologica, e delle azioni riguardanti la promozione dell’agricoltura sociale e la gestione dei rifiuti per riciclaggio e riuso.
La mozione, ha commentato Maria Gemma Azuni, consentirà a Roma di giocare un ruolo da protagonista nella promozione di progetti integrati capaci di favorire nuovi modelli di welfare, anche costituendo Gruppi Operativi del Partenariato Europeo per l’Innovazione.

SCARICA: Mozione Azuni, Percorsi partecipati per Agricoltura Sociale (PDF, 2 MB)

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Sancia Gaetani, riflessioni su “Il mais miracoloso” di Emanuele Bernardi

Riflessioni sul libro “Il mais “miracoloso” – Storia di un’innovazione tra politica, economia e religione” di Emanuele Bernardi

di Sancia Gaetani

Il contenuto del libro è molto interessante e tutto quello che l’autore racconta è ben documentato, ben scritto e non noioso anche per persone che non sono esperte dell’argomento. Attraverso la storia della diffusione degli ibridi di mais americani dopo la II guerrra mondiale, emerge chiaramente non solo la storia dell’agricoltura italiana, ma la storia dell’Italia dal dopoguerra a oggi con tutte le sue specificità rispetto agli altri paesi europei e le sue contraddizioni date anche dalla presenza del Vaticano e dalla forte e invadente personalità di papa Pio XII.
Nella premessa l’autore inquadra bene quanto poi raccontato nel libro, e, riportando uno scritto di Manlio Rossi–Doria, da un articolo di Nord e Sud del 1960: Considerazioni sull’agricoltura europea, spiega come, con la fine della seconda guerra mondiale, prima tramite i governi militari e l’UNRRA e poi con il piano Marshall, gli USA proiettarono sull’Europa in crisi i frutti della rivoluzione tecnologica, economica e organizzativa avviatasi là negli anni ’30 dopo la grande depressione. I paesi europei si trovarono a disporre di un patrimonio ingente di conoscenze e di esperienze, di ritrovati tecnici, di formule organizzative, ma non ebbero la forza di vincere l’inerzia della tradizione e della loro congenita disgregazione.

Io credo però che la cosa che mancava principalmente all’Italia, più della forza per vincere l’inerzia della tradizione, era la cultura scientifica che l’aiutasse a utilizzare le nuove tecnologie ma in maniera critica, valutando le differenze idrogeografiche, sociali, culturali e alimentari che la diversificavano fortemente dagli USA e anche dagli altri paesi europei. Questa incapacità è evidente soprattutto nelle campagne fra i piccoli agricoltori e le loro associazioni, e principalmente nel sud. Di conseguenza anche i politici, rappresentanti dei cittadini che avrebbero dovuto dialogare, e anzi discutere con gli americani, non erano in grado di farlo opponendo alle proposte di aiuti e alla modalità con cui venivano dati, argomentazioni serie e convincenti. Inoltre la guerra civile aveva dilaniato il paese e si contrapponevano chi vedeva negli americani i liberatori (che volevano solo aiutare) con la sinistra che guardava all’URSS, giustamente sospettosa di quello che gli americani regalavano con lo scopo di penetrare il mercato europeo in generale e italiano in particolare con i loro prodotti. Le posizioni erano più o meno convincenti, ma sicuramente non scientifiche o tecniche.

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“Il partigiano Colorni e il grande sogno Europeo”, la presentazione alla libreria Pagine & Caffè

Mercoledì 15 aprile alle 18:30, presso la libreria Pagine & Caffé (Via Gallia, 37/b, Roma), IfoRD e Pagine & Caffè presentano il libro “Il partigiano Colorni e il grande sogno Europeo” di Antonio Tedesco.
Partecipano con l’autore: Tommaso Di Francesco, Gabriele Panizzi, Maria Pia Pizzolante.

Dalla prefazione di Giorgio Benvenuto: “…Tedesco scrive pagine di grande efficacia narrativa raccontando la vita di Eugenio Colorni. È una biografia completa, organica, ampia, puntigliosa, in parte inedita. È un contributo importante alla ricerca storica sul ruolo dei socialisti e dei laici negli anni bui dell’antifascismo e in quelli esaltanti della Resistenza.
Il libro non è stato pensato solo per gli storici; è scritto per rendere popolare una delle più originali figure del socialismo italiano. È una ricerca storica basata su documenti spesso inediti che contrasta con la retorica ed il settarismo con il quale viene ricordata spesso superficialmente la lotta contro la dittatura fascista.
Scorrono nelle pagine della biografia di Tedesco gli avvenimenti e i personaggi della vita di Colorni (gli studi universitari, l’amore per il focolare ebraico, i rapporti su di lui dell’OVRA, le pubblicazioni clandestine, Berlino, Ursula Hirschmann, Trieste, i viaggi a Parigi, Gentile, Croce, la morte della madre). Tutto è raccontato con un tono ed un linguaggio che convincono, anzi avvincono. Il lettore non assiste ad una rappresentazione. Non si sente estraneo. Partecipa. Diventa un patriota. Condivide le battaglie. Milita nella Resistenza che lotta per una nuova patria: l’Europa.”

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Il mais miracoloso: Come l’Italia ha scelto lo sviluppo senza ricerca

Pubblichiamo l’intervento di Alfonso Pascale alla presentazione del libro “Il mais ‘miracoloso’. Storia di un’innovazione tra politica, economia e religione” di Emanuele Bernardi.

Come l’Italia ha scelto lo sviluppo senza ricerca

di Alfonso Pascale

“Il mais ‘miracoloso’. Storia di un’innovazione tra politica, economia e religione” di Emanuele Bernardi (Carocci editore, 2014) è un libro che consiglio vivamente di leggere perché ci fa comprendere come l’attuale dibattito sugli OGM, con le sue asprezze e faziosità, venga da lontano e affondi le radici in ambiti tematici non solo socio-economici e ambientali, ma soprattutto politici ed etico-culturali. Da tempo l’A. ci aveva abituati a leggere le vicende delle campagne italiane, dal dopoguerra alla fine del centrismo degasperiano, nell’ottica delle relazioni internazionali e dei reciproci condizionamenti tra Italia e Stati Uniti. La sua opera prima, “La riforma agraria in Italia e gli Stati Uniti” (Il Mulino, 2006), ha rappresentato una novità nel panorama della storiografia delle campagne nel dopoguerra. Il nuovo approccio è stato infatti dirompente per chi aveva studiato fino a quel momento il periodo della riforma agraria e degli interventi per il Mezzogiorno dal punto di vista di una delle due “appartenenze separate”, cioè di una delle due grandi subculture che vissero quegli anni da “separate in casa”: la socialcomunista e la cattolica. Il giovane storico ci suggeriva un’altra strada: non più quella di guardare agli anni della guerra fredda in base alle visioni ideologiche bipolari ereditate dal Novecento ma in base alle interdipendenze tra tecnologie, consumi di massa e sistemi produttivi e a nuove diadi: tutela dell’interesse nazionale da una parte e soggezione a interessi esterni dall’altra; modello agricolo statunitense e modello agricolo europeo.

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