Feriae Augusti

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Alla luce (assai fioca) degli attuali “chiari di luna”, cari amici, “l’Italia è sola” – l’ha scritto Ernesto Galli della Loggia sul Corriere del 1° agosto. Meglio sola che male accompagnata – m’è venuto subito da pensare leggendo il suo articolo.

“Dalla questione dei migranti al contenzioso sulla Francia – ha proseguito, dunque, il Sor Ernesto – è questo il referto che ci consegna la situazione internazionale. E’ una situazione drasticamente nuova nella storia della repubblica: per la prima volta dal 1948, infatti, l’Italia non può contare stabilmente né su un potente alleato – come furono per decenni gli Stati Uniti […] – né su un sistema integrato di relazioni forti nel quale tuttavia avere una qualche influenza, come è stato fino all’altro ieri con l’Unione Europea. Nella quale invece contiamo sempre meno mentre sempre più essa si va trasformando nei nostri confronti una sorta di potenza tutoria non proprio benevola”.

E allora? Mi aspettavo, leggendo l’articolo che, accanto agli evidenti motivi di preoccupazione, l’autore cominciasse ad esplorare le opportunità nascoste che ogni nuova situazione cela di solito nel suo seno. Macché, niente di niente: anche in questo caso il vizio nazionale del lamento è risultato contagioso. Non solo: in tanti ragionamenti (e mass media), il fatto che siamo in presenza di un nuovo scatenamento dei nazionalismi in Occidente – prima quello tedesco (sotto mentite spoglie), poi quello inglese, americano, francese – sembra catturare l’attenzione solo per suggerire sotterraneamente che dovremmo farlo anche noi.

Non mi pare una buona idea – per usare un eufemismo. Penso, piuttosto, che l’Italia dovrebbe muoversi in controtendenza, guardando il lato incoraggiante (nonostante tutto) della situazione, evitando di trovarsi “male accompagnata” ed affermandosi invece (passioni ed interessi) in alternativa rispetto allo spettacolo poco edificante che i neo-nazionalismi del mondo stanno dando di se stessi quotidianamente: persino in Occidente!

Sì, sì: facile a dirsi – penserà il lettore. Ma cosa vuole, in concreto, questo discorso? Vuol dire che, come Alberto Carzaniga ed io abbiamo spiegato tante volte, l’Italia deve “tirarsi su” (abbattendo il proprio debito pubblico tramite un maquillage analogo a quello messo in pratica a loro tempo da Germania e Francia) in modo da non esser più “ricattabile”. E deve poi “fare l’Italia” puntando – da sud a nord – sul proprio straordinario endowment di cultura, capacità imprenditoriale (privata e pubblica), inventiva, umanità , passione democratica ecc. per costruire un paese più sviluppato, con più occupazione, più libero, federalista, coeso, giusto, solidale; in grado di combattere il proprio provincialismo integrandosi sempre più nel sistema internazionale, facendo leva innanzitutto sull’esperienza degli italici del mondo intero, ispirandosi nello stesso tempo all’incivilimento cattaneano ed al cosmpolitanesimo colorniano…

Non si tratta certo di perorare uno “splendido isolamento”: al contrario, dobbiamo utilizzare la congiuntura politica corrente per affermare innanzitutto il meglio di noi stessi in chiave federalista (interna ed internazionale), uscire dal guscio, guarire i molti puncta dolentes che ben conosciamo, conquistarci il rispetto di “tutti quanti”, agire con intelligenza e sagacia nello scacchiere mondiale, anche per sospingere gli altri verso lidi più corrispondenti alla costruzione europea, agli interessi dei popoli del mondo.

E’ una prospettiva che esiste effettivamente: abita il mondo del possibile. Ma è vero che, dato il sistema politico-istituzionale italiano, il comportamento non sempre civile dei nostri concittadini, la confusione ed il grande disorientamento modaiolo in cui viviamo, è alquanto improbabile che il nostro Paese riesca ad imboccare tambur battente quella strada – nonostante un governo che non sfigura certo rispetto a molti altri (presenti e passati) e nonostante alcune rilevazioni statistiche recenti meno deludenti di quanto ci si poteva aspettare.

Eppure la questione resta valida, decisiva; e, proprio per questo, non potrà che riaffacciarsi di continuo, in certo forme diverse, nel prevedibile futuro…
Val la pena di tenerla d’occhio!
Non è così? Buon Ferragosto!

Luca Meldolesi
A Colorni-Hirschman International Institute – Roma


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