Non è un caso che Anna Folli abbia deciso di venire a presentare a Fondi “MoranteMoravia. Una storia d’amore”. Accade a volte che i momenti meno memorabili di una vita siano quelli che segnano più intensamente il lavoro di un artista. Alberto Moravia conobbe il successo e il benessere economico con l’uscita di un romanzo, “La ciociara”, che scrisse proprio negli anni trascorsi nella campagna di Fondi, dove fu costretto a rifugiarsi dopo le persecuzioni seguite alle leggi razziali, insieme a sua moglie Elsa Morante.
Lei a sua volta cominciò a lavorare in quel periodo a “La storia”, romanzo che all’uscita riuscì a vendere il numero impressionante di seicentomila copie, divenendo un caso politico e letterario. Vissero in povertà a Fondi, in un’abitazione malandata, soffrendo il freddo e anche la fame. Eppure, rivelò Moravia, furono gli anni più felici della sua vita. Quelli in cui il rapporto tra i due grandi scrittori conobbe intimità e complicità assoluta e che portò entrambi a lavorare alle opere che li consacreranno.
Anna Folli, che per quattro anni ha raccolto testimonianze, interviste, lettere e documenti, ha ricostruito nel suo libro venticinque anni d’amore, dedizione, conflitti, tradimenti che hanno reso prolifico e indissolubile il legame tra due personalità contrapposte, ma altrettanto fertili e geniali, che persino dopo la separazione continueranno a sentirsi ancora ogni giorno della loro vita. MoranteMoravia, tutto attaccato, che dà il titolo al libro, è l’appellativo che per anni venne usato per parlare pubblicamente di loro, perché l’uno sembrava non poter essere senza l’altra.
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