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Fondi Europei 2014-2020, lettera aperta al presidente Zingaretti e al sindaco Marino

foto: Hortus Urbis, Parco Regionale dell'Appia Antica

foto: Hortus Urbis, Parco Regionale dell’Appia Antica

Fondi Europei 2014-2020, Progettazione partecipata per lo sviluppo locale nei territori di Roma
Lettera aperta al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e al sindaco di Roma Capitale Ignazio Marino
La Rete Fattorie Sociali, il Forum Terzo Settore Lazio e l’Associazione IfoRD hanno organizzato il 25 giugno scorso il Convegno “Fondi Europei 2015-2020. Sperimentare il metodo della Community Led nei territori di Roma” con il Patrocinio dell’Assessorato Ambiente, Rifiuti e Agroalimentare di Roma Capitale. L’iniziativa è scaturita dall’opera di sensibilizzazione svolta dai soggetti proponenti sulla base del documento “Proposte per il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) e per i Programmi Operativi Regionali (FESR e FSE) 2014-2020 della Regione Lazio”, inviato il 10 gennaio 2014 al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

Hanno partecipato all’incontro circa duecento persone impegnate, a diverso titolo, in percorsi partecipativi e partenariati locali che vedono al centro la tutela e la valorizzazione di ecosistemi agricoli, l’agricoltura sociale, la creazione artistica e culturale anche mediante l’utilizzo di tecnologie digitali emergenti, per consolidare la resilienza urbana e perseguire lo sviluppo sostenibile.

Tutti gli intervenuti hanno condiviso l’esigenza di cogliere le opportunità della programmazione dei Fondi Strutturali e d’Investimento Europei (SIE) 2014-2020 e, in particolare, i vantaggi per i territori di Roma derivanti dal metodo della progettazione partecipativa dal basso.

Finora siffatto approccio è stato previsto esclusivamente per i territori rurali. Con il nuovo ciclo di programmazione, la Regione Lazio può decidere di estendere tale metodo anche ai territori urbani dando la possibilità a partenariati pubblico-privati locali di elaborare piani di azioni locali che utilizzino contestualmente i diversi Fondi Europei.

Dal dibattito viene confermata la richiesta alla Regione Lazio di compiere in modo netto tale scelta. Valorizzando la funzione sociale e terapeutico-riabilitativa delle attività agricole che si svolgono nella campagna romana e promuovendo collaborazioni e integrazioni tra soggetti pubblici e privati operanti nei differenti settori, si potranno tenere insieme innovazione, sostenibilità ambientale e inclusione sociale e fare in modo che l’agricoltura urbana dia vita a nuovi modelli di welfare produttivo.

Dal Convegno è uscita consolidata l’idea che il territorio metropolitano di Roma non sia più contrassegnato distintamente da città e campagna, ma da un continuum urbano-rurale, da una rurbanizzazione che è frutto di un tessuto sociale dinamico come molteplicità dialettica di sistemi, reattiva e policentrica.

Le agricolture civili (fattorie sociali, orti urbani, gruppi di acquisto solidali, mercati agricoli di vendita, comunità di cibo, ecc.) con le loro istanze e le loro esperienze diversificate devono candidarsi ad assumere un ruolo di cerniera e di saldatura di un territorio che soltanto una mentalità con gli occhi rivolti al passato riesce ancora a scansionare in mondo urbano e rurale collocandoli in contrapposizione, quando invece sono sempre più evidenti le confluenze e le intersezioni.

Da siffatta constatazione deriva il convincimento – sempre più condiviso anche nella comunità scientifica – che sia ormai impossibile programmare e pianificare la città-territorio con gli strumenti che abbiamo utilizzato finora.

Occorrono, invece, percorsi di progettazione ad alta risoluzione capaci di mobilitare le comunità locali, cioè i soggetti e i gruppi che le compongono, senza più separarli per categorie e ingabbiarli in determinati interessi specifici. Si tratta di cogliere la molteplicità e, nel contempo, l’unitarietà dei bisogni degli individui, ricomponendone i frammenti. Anche i luoghi dell’abitare non sono più spazi chiusi, ma ogni edificio o spazio tende a trasformarsi in luogo polivalente, inglobando diverse funzioni nel legarsi ad altri edifici e ad altri spazi.

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Verso la legge sull’agricoltura sociale, intervista a Marco Berardo Di Stefano

«Finalmente una legge per le fattorie sociali ma ora distinguiamo chi produce davvero»

Intervista a Marco Berardo Di Stefano, presidente della Rete italiana
di Massimo Leone, pubblicata su “il manifesto” del 3 luglio 2014

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Oggi in Italia sono attive nell’agricoltura sociale circa mille realtà distribuite su tutto il territorio nazionale. In tutta l’Europa si riconosce ormai un ruolo rilevante a questo peculiare tipo di aziende per il quale il Comitato economico e sociale europeo ha adottato, nel 2012, la seguente definizione: «Un insieme di attività che impiegano risorse agricole, sia vegetali che animali, al fine di creare prestazioni sociali nelle aree rurali o periurbane. In questo senso, scopo dell’agricoltura sociale è quello di creare le condizioni, all’interno di un’azienda agricola, che consentano a persone con esigenze specifiche di prendere parte alle attività quotidiane di una fattoria, col fine di assicurarne lo sviluppo e la realizzazione individuale e di migliorare il loro benessere».

Una di queste realtà è la tenuta Mazzocchio, a Pontinia, che ospita un centro di formazione, con 7000 metri quadrati di serre didattiche, dove ogni anno ragazzi con disabilità e persone a rischio di emarginazione frequentano un corso biennale per apprendere le tecniche dell’agricoltura, della zootecnia e della florovivaistica e acquisire la qualifica di «operatore polivalente dell’agricoltura». Intorno al centro di formazione si estende la Fattoria Solidale del Circeo, che produce ortaggi di stagione con certificazione biologica, destinati alle mense scolastiche, alla grande distribuzione e ai gruppi di acquisto solidali.

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Fondi Europei, pieno successo del Convegno in Campidoglio – Gli interventi

DSC_0017-300pxOltre 200 persone hanno partecipato oggi al Convegno sul tema “Fondi Europei 2014-2020. Sperimentare il metodo Community Led nei territori di Roma” organizzato da Rete Fattorie Sociali, Forum Terzo Settore Lazio e IfoRD con il Patrocino dell’Assessorato Ambiente, Agroalimentare e Rifiuti di Roma Capitale.

Ha introdotto i lavori Marco Berardo Di Stefano, Presidente di Rete Fattorie Sociali, che ha illustrato le opportunità della programmazione dei Fondi Strutturali e d’Investimento Europei (SIE) 2014-2020 e, in particolare, i vantaggi per i territori di Roma derivanti dal metodo della progettazione partecipativa dal basso.

Finora siffatto approccio è stato previsto esclusivamente per i territori rurali. Con il nuovo ciclo di programmazione, la Regione Lazio può decidere di estendere tale metodo anche ai territori urbani dando la possibilità a partenariati pubblico-privati locali di elaborare piani di azioni locali che utilizzino contestualmente i diversi Fondi Europei.

I promotori del Convegno hanno ribadito la richiesta alle istituzioni di compiere in modo netto tale scelta. Valorizzando la funzione sociale e terapeutico-riabilitativa delle attività agricole che si svolgono nella campagna romana e promuovendo collaborazioni e integrazioni tra soggetti pubblici e privati operanti nei differenti settori, si potranno tenere insieme innovazione, sostenibilità ambientale e inclusione sociale e fare in modo che l’agricoltura urbana dia vita a nuovi modelli di welfare produttivo.

Nel suo intervento Estella Marino, Assessore all’Ambiente, Agroalimentare e Rifiuti di Roma Capitale, ha mostrato interesse per il percorso delineato dai promotori e ha illustrato le iniziative dell’amministrazione capitolina per valorizzare le risorse agricole pubbliche. Non ha mancato, tuttavia, di evidenziare una difficoltà nei rapporti tra i diversi livelli istituzionali per costruire percorsi innovativi capaci di valorizzare le sinergie tra iniziativa pubblica e progettualità dei privati e dell’economia sociale.

Sono poi seguiti gli interventi di cittadini impegnati in percorsi partecipativi e partenariati locali che vedono al centro la tutela e la valorizzazione di ecosistemi agricoli per consolidare la resilienza urbana e perseguire lo sviluppo sostenibile.

Mario Campli, membro del Comitato Economico e Sociale, ha ricordato il percorso istituzionale di elaborazione, approvazione e implementazione dei documenti di programmazione previsto dai regolamenti comunitari che obbligano le diverse istituzioni ad ascoltare le istanze della società civile.

Il Convegno è stato presieduto da Massimo Leone, Presidente di IfoRD e concluso da Gianni Palumbo, Portavoce del Forum Terzo Settore Lazio.

Ora la decisione spetterà alla Regione Lazio che, entro il 27 luglio prossimo, dovrà inviare alla Commissione Europea i Programmi operativi.

Se in tali documenti non dovesse trovare spazio l’istanza dei territori di Roma, i promotori del Convegno (Rete Fattorie Sociali, Forum Terzo Settore e IfoRD) non esiteranno a rivolgersi direttamente alla Commissione Europea.

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Fondi europei, disponibile l’Accordo di partenariato per la programmazione 2014-2020

accordo-di-partenariato-2014-2020-200pxÈ disponibile sul sito internet del Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica l’Accordo di Partenariato, strumento di programmazione nazionale dei fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE) assegnati all’Italia per la programmazione 2014-2020. Si tratta dei fondi che forniscono sostegno nell’ambito della politica di coesione, cioè il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), il Fondo sociale europeo (Fse) e il Fondo di coesione (Fc), del fondo per lo sviluppo rurale, cioè il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr), e del fondo per il settore marittimo e della pesca, cioè il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp).

L’accordo di partenariato individua come strumento di coordinamento tra le attività realizzate con i diversi Fondi FIE il Community-Led Local Development (CLLD). Il documento recita infatti al punto 3.1.1: “Il Community-led local development (CLLD) è uno strumento normato dai regolamenti comunitari per perseguire finalità di sviluppo locale integrato su scala sub-regionale con il contributo prioritario delle forze locali. IL CLLD si basa su una progettazione e gestione degli interventi per lo sviluppo da parte degli attori locali che si associano in una partnership di natura mista (pubblico-privata) e affidano un ruolo operativo (gestionale e amministrativo) al Gruppo di Azione Locale, il quale deve elaborare un Piano di Azione Locale per tradurre gli obiettivi in azioni concrete dotandosi di una struttura tecnica in grado di effettuare tali compiti.”

I Gruppi di Azione Locale dovranno concentrarsi ciascuno su un numero limitato di ambiti di intervento (non più di tre), coerenti con i fabbisogni e le opportunità individuate in ciascun territorio. Le strategie individuate dai GAL dovrebbero “avere carattere innovativo (di processo e di prodotto), puntare alla creazione di occupazione in ambito locale e alla valorizzazione di risorse locali, incentivando attività produttive sostenibili sotto il profilo ambientale ed economico-sociale e servizi per la popolazione e l’inclusione sociale.”

Tra i possibili ambiti di intervento del Community Led Local Development, l’accordo di partenariato individua i seguenti:
– Sviluppo e innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali (agro-alimentari, artigianali e manifatturieri, produzioni ittiche);
– Sviluppo della filiera dell’energia rinnovabile (produzione e risparmio energia);
– Turismo sostenibile;
– Cura e tutela del paesaggio, dell’uso del suolo e della biodiversità (animale e vegetale);
– Valorizzazione e gestione delle risorse ambientali e naturali;
– Valorizzazione di beni culturali e patrimonio artistico legato al territorio;
– Accesso ai servizi pubblici essenziali;
– Inclusione sociale di specifici gruppi svantaggiati e/o marginali;
– Legalità e promozione sociale nelle aree ad alta esclusione sociale;
– Riqualificazione urbana con la creazione di servizi e spazi inclusivi per la comunità;
– Reti e comunità intelligenti;
– Diversificazione economica e sociale connessa ai mutamenti nel settore della pesca.

Nelle prossime settimane l’associazione IfoRD organizzerà iniziative per promuovere l’approccio CLLD nella gestione dei Fondi FIE 2014-2020.

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Roma Capitale nelle proposte per i Programmi 2014-2020 della Regione Lazio

Roma, Orti urbaniNel mese di gennaio 2014 la Rete Fattorie Sociali, capofila provvisorio di un partenariato che comprende IfoRD – Innovation for Rural Development, ARS – Arte Ricerca Sperimentazione e operatori ed esperti di diversi ambiti disciplinari, aveva inviato al presidente della Regione Lazio Zingaretti un documento di proposte in vista della elaborazione del Programma di Sviluppo Rurale e dei Programmi Operativi Regionali per gli anni 2014-2020.
Nello stesso ambito, il documento che segue riguarda invece in modo particolare la città di Roma.
Proposte per il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) e per i Programmi Operativi Regionali (FESR e FSE) 2014-2020 della Regione Lazio

Siamo un raggruppamento di associazioni, operatori ed esperti di diversi ambiti disciplinari, interessati ad avviare percorsi di progettazione partecipativa dal basso in territori rurali e periurbani nell’ambito dei seguenti temi: innovazione, agricoltura sociale, turismo sociale, creazione artistica e culturale anche mediante l’utilizzo di tecnologie digitali emergenti, tutela e valorizzazione dei beni ambientali e culturali.

Una progettualità ad alta risoluzione nei percorsi partecipativi locali a Roma

Roma non è più caratterizzata dalla separazione dei luoghi da quello della produzione a quello del mercato a quello dell’abitare e le sue presenze simboliche non sono più riservate al centro storico.

Su queste separatezze ed esclusività si erano basati, fino a qualche tempo fa, il binomio centro-periferia e le relazioni gerarchiche delle rispettive funzioni. Tutto ciò è saltato: siamo nella fase della post-metropoli e della città-territorio fatta di spazi indefiniti in cui gli eventi accadono sulla base di logiche che non corrispondono più a un disegno unitario d’insieme.

Il territorio metropolitano di Roma non è più contrassegnato distintamente da città e campagna, ma da un continuum urbano-rurale, una rurbanizzazione che è frutto di un tessuto sociale dinamico come molteplicità dialettica di sistemi, reattiva e policentrica.

E questo ha creato uno spaesamento, che è innanzitutto dentro di noi. Per appaesarci, in un mondo mobile e in fuga, è necessario dare un nuovo senso all’abitare, all’essere nei luoghi e “fotografarli” per quello che sono. Non servono slogan, ma nuovi sguardi e nuovi stili di vita.

È impossibile programmare e pianificare la città-territorio con gli strumenti che abbiamo utilizzato finora. Occorrono percorsi di progettazione ad alta risoluzione capaci di mobilitare le comunità locali, cioè i soggetti e i gruppi che le compongono senza più separarli per categorie e ingabbiarli in determinati interessi specifici. Si tratta di cogliere la molteplicità e, nel contempo, l’unitarietà dei bisogni degli individui, ricomponendone i frammenti. In tal modo anche i luoghi dell’abitare non potranno più essere spazi chiusi ma ogni edificio o spazio deve potersi trasformare. Ognuno sarà polivalente e ingloberà diverse funzioni collegandosi ad altri edifici e ad altri spazi.

Anche coloro che vivono ai margini della società non vanno considerati un mondo a parte ma persone come tutte le altre che hanno bisogni identici a quelli espressi dalle altre. A tutti vanno messe a disposizione le opportunità per prendere coscienza di se stessi come individui e poter procedere alla propria liberazione.

Per ricostituire nelle diverse polarità di Roma le comunità-territorio e per fare in modo che queste possano meglio cogliere le opportunità della globalizzazione, bisognerebbe accompagnarle ad acquisire la capacità di autorappresentarsi e di costruire la propria immagine. Si tratta di esaltare la diversità e il pluralismo, ricercando le sinergie e le complementarità, ma partendo da una forte capacità delle comunità-territorio di avere una chiara percezione di sé per fare in modo che gli scambi culturali ed economici con altre comunità-territorio del mondo globale siano reciprocamente arricchenti e improntate ad una relazionalità collaborativa. Le arti e le tecnologie dell’informazione e della comunicazione possono alimentare la capacità delle reti locali di costruire in modo creativo la propria immagine e di riscoprire in modo permanente il “Genius loci” come processo culturale di autocoscienza e di apertura agli altri.

Andrebbe predisposta una mappa di percorsi partecipativi “dal basso” in cui si integrano obiettivi di sviluppo sostenibile, inclusione sociale, tutela e valorizzazione delle risorse agricole e paesaggistiche, rigenerazione urbana, riconversione ecologica e azioni riguardanti la promozione dell’agricoltura sociale e la gestione dei rifiuti per riciclaggio e riuso.

Successivamente, potrebbe investire in “metodo d’azione”. Si tratta di proiettarsi come strumento di accompagnamento e supporto dei processi di sviluppo locale partecipativo nei diversi territori, fungendo da collante tra soggetti pubblici e privati e tra soggetti di settori diversi, nonché da “agente federatore” dei progetti per favorire lo scambio di buone pratiche, approfondire tematiche comuni e sperimentare percorsi di ricerca-azione.

L’idea di una “federazione di progetti di sviluppo locale” potrebbe facilitare la costruzione di un comune senso del metodo d’azione per affrontare e interpretare in modo collettivo il tema dell’inclusione sociale per fasce di popolazione più deboli e per aree e quartieri più disagiati, pur nella diversità delle soluzioni concrete.

Per fare in modo che si pervenga ad un “metodo d’azione” efficace, i progetti di ricerca-azione saranno imperniati attorno a quesiti conoscitivi e si svilupperanno con l’intento di elaborare soluzioni operative su determinati temi che non risultino ancora sufficientemente affrontati sul piano della ricerca socio-economica.

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Regione Lazio, le nostre proposte per i Programmi 2014-2020

Nel mese di gennaio 2014 la Rete Fattorie Sociali – in qualità di capofila provvisorio di un partenariato che comprende IfoRD – Innovation for Rural Development, ARS – Arte Ricerca Sperimentazione e operatori ed esperti di diversi ambiti disciplinari interessati ad avviare percorsi di progettazione partecipativa in territori rurali e periurbani – ha inviato al presidente della Regione Lazio Zingaretti un documento di proposte in vista della elaborazione del Programma di Sviluppo Rurale e dei Programmi Operativi Regionali per gli anni 2014-2020.
Quello che segue è il testo del documento inviato.
Proposte per il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) e per i Programmi Operativi Regionali (FESR e FSE) 2014-2020 della Regione Lazio

Siamo un raggruppamento di associazioni, operatori ed esperti di diversi ambiti disciplinari, interessati ad avviare percorsi di progettazione partecipativa dal basso in territori rurali e periurbani nell’ambito dei seguenti temi: innovazione, agricoltura sociale, turismo sociale, creazione artistica e culturale anche mediante l’utilizzo di tecnologie digitali emergenti, tutela e valorizzazione dei beni ambientali e culturali.

Riteniamo che le comunità-territorio del Mediterraneo possano meglio cogliere le opportunità della globalizzazione se acquisiscono la capacità di autorappresentarsi e costruire la propria immagine per evitare sia i rischi di omologazione (in una ruralità stereotipata legata prevalentemente ai prodotti tipici e ad un turismo “mordi e fuggi”) che la deriva delle chiusure identitarie (spesso con rigurgiti neo-protezionistici e autarchici). La storia delle società rurali mediterranee ci racconta, del resto, di una campagna che nasce dalle città, di una capacità di integrare culture diverse e di combinare continuamente attività in più settori e soggetti sociali di diversa estrazione e provenienza, legati tra loro da relazioni di tipo collaborativo. Si tratta di esaltare la diversità e il pluralismo, ricercando le sinergie e le complementarità, ma partendo da una forte capacità delle comunità-territorio di avere una chiara percezione di sé per fare in modo che gli scambi culturali ed economici con altre comunità-territorio del mondo globale siano reciprocamente arricchenti e improntate ad una relazionalità collaborativa. Le arti e le tecnologie dell’informazione e della comunicazione possono alimentare la capacità delle reti locali di costruire in modo creativo la propria immagine e di riscoprire in modo permanente il “Genius loci” come processo culturale di autocoscienza e di apertura agli altri.

Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del pacchetto legislativo legato al nuovo ciclo di programmazione 2014-2020, si è di fatto entrati nel vivo dei negoziati degli atti di programmazione tra i singoli Stati membri e la Commissione.

È auspicabile che l’Italia (Stato e Regioni) superi rapidamente il grave ritardo nella predisposizione della bozza di Accordo di Partenariato e delle proposte di PSR e di POR. L’opportunità di mettere in moto 117 miliardi di euro (fondi europei più cofinanziamento nazionale e regionale) è una chance che il nostro Paese non dovrebbe farsi sfuggire per superare i divari territoriali e uscire dalla crisi.

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